In un recente articolo del Corriere della sera del 15 aprile 2013, si riporta la tesi di Enrico Stoppani, presidente Fipe (la federazione degli esercenti che aderisce a Confcommercio), secondo la quale in Italia mancherebbero oltre 6000 pizzaioli qualificati e specialmente al trancio.
Questo stesso articolo afferma che la presenza di pizzaioli stranieri ed egiziani in perticolare, è dettata da una certa disaffezione da parte della forza lavoro italiana ad intraprendere questa professione.
Sorprende leggere queste notizie che sono semplicemente false. Settimanalmente ricevo tantissime mails e C.V. di aspiranti pizzaioli italiani e di fior di professionisti del bel Paese.
La questione è un’altra: gli italiani vogliono un regolare contratto di lavoro e non già un contratto in nero come spesso avviene negli esercizi condotti da alcuni – nota bene alcuni – spregiudicati imprenditori stranieri.
Noi ci opponiamo con forza al lavoro nero nella ristorazione che altera la normale e fisiologica concorrenza commerciale.
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