Vai al contenuto

La parola all’esperto

Le storie di Ruggero Olivieri-Belmonti, lo storico enogastronomo di Bordighera ci hanno incuriosito così tanto che abbiamo deciso di intervistarlo. Lo abbiamo incontrato nel negozio Monterosso di Porta Romana.

 Olivieri-Belmonti a breve la pubblicazione del suo “Codice della cucina ligure”, di cosa tratta esattamente?

La cucina ligure è un patrimonio enogastromico nazionale di prima grandezza e solo in parte conosciuto, da questa consapevolezza è nato il desiderio di renderla voce e testimonianza.

Si è trattato di un lavoro impegnativo?

In effetti è un lavoro che ho iniziati alcuni anni fa, parlo del 1999 durante alcune ricerche sulle erbe medicinali in Valle Argentina. I disattenti considerano la cucina ligure di mare dimenticandosi che bisogna guardare ai monti che sovrastano le città costiere. Utile ricordare che il mar ligure per caratteristiche è un mare povero di pescato.

Ovvero?

Si racconti la vicenda dei famosi gamberi di Sanremo che si trovano a prezzi siderali in alcuni ristoranti della costa di ponente, tutti noi sappiamo che i gamberi di Sanremo sono praticamente estinti dal dopoguerra. La pesca è ridotta a meno di duecento tonnellate annue e si effettua poi sulla riviera di levante, tuttavia ed a dispetto di ciò il comune di Sanremo ha richiesto nel 2009 l’inserimento del Gambero di Sanremo nei prodotti IGP (Indicazione Geografica Protetta). A seguito di queste ed altre storie mi è parso importante fare una seria ricerca filologica della cucina ligure dimenticandosi delle baruffe della contemporaneità.

Veniamo ai prodotti che ci toccano da vicino, i prodotti da panificazione. Del resto chiamandoci Monterosso dichiariamo una discendenza ligure …

Certo, apprezzo molto il vostro lavoro che porta ai milanesi i prodotti della Liguria. Considero il vostro lavoro davvero notevole, addirittura eccezionale in certi prodotti, ottima la vostra fugassa a l’eujo (olio n.d.r.) o co-e çioule (cipolla) o anche la fugassa co formaggio e à ti m’arriesci (la focaccia pizzata) oltra alla pisciaslandrea di cui abbiamo già parlato. Mi rammarico che non abbiato messo in produzione la kizoa, la focaccia con salciccia sbriciolata di Castelnuovo Magra tradizionalmente preparata per i giorni dei morti.

 Un suggerimento utile, provvederemo a chiederle dei suggerimenti e la metteremo in produzione. Un ultima domanda, la pubblicazione del “Codice” è confermata per l’autunno 2013?

 Mi auguro di sì, dobbiamo chiarire gli ultimi dettagli con l’editore ma credo di poter dire che troverete il “Codice” tra le strenne natalizie.