A metà degli anni duemila si pensò di poter aprire un negozio Monterosso a Tokyo. La possibilità era stata paventata dal direttore generale di una nota griffe italiana di moda che aveva sede a Tokyo. La principale attività di questo manager, il cui nome per motivi di riservatezza preferisco non divulgare, era quello di cercare locations di qualità dove aprire punti vendita nel paese del Sol Levante.
Lo studio di fattbilità aveva mostrato una realtà straordinariamente variegata. Se da un lato la nostra cucina è decisamente apprezzata – penso agli oltre mille ristoranti italiani presenti nella città di Tokyo – è pure straordinariamente complicato importare prodotti dal nostro paese. I costi del prodotto finito sarebbero stati troppo alti per una ristorazione di qualità ma sulla strada.
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