Un’indagine della Fipe-Confcommercio dello scorso anno sulle imprese della ristorazione ci indica che nel bel Paese un imprenditore su dieci è straniero e sono già quasi 40 mila le imprese del settore gestite da immigrati (13,8% ristoranti e 10,2% bar).
Così il direttore generale della Fipe-Confcommercio Edi Sommariva:
I segnali che giungono dalla demografia imprenditoriale e dal mercato spingono a prevedere un irrobustimento della presenza degli stranieri nel settore. Un fenomeno che può essere interpretato, tra l’altro, anche come la spia della perdita di appeal del mondo della ristorazione per gli imprenditori di casa nostra per effetto sia delle crescenti difficoltà di mercato che degli ingenti carichi di impegno e di lavoro che queste attività richiedono: si lavora, infatti, anche la domenica, a Natale, a Pasqua, d’estate e nelle ore notturne. Nascono, dunque, interrogativi nuovi sulla tenuta del modello italiano di ristorazione e, più in generale, su quello dell’ospitalità in considerazione del ruolo che l’enogastronomia esercita nel turismo. Interrogativi e sfide importanti che richiedono, pertanto, misure adeguate se vogliamo mantenere un modello d’offerta che il mondo ci invidia”.
Questi i fatti ed il commento di Sommariva.
Noi come altri piccoli e grandi ristoratori italiani testimoniamo con il lavoro la nostra tradizione e cultura eno-gastronomica.
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